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PROVINCIA DI GORIZIA
A seguito dell'Armistizio di Villa Giusti del 3 novembre 1918 il Governatore Militare della Venezia Giulia, generale Carlo Petitti di Roreto, il 12 novembre nominò il Commissario della Contea di Gorizia e Gradisca nella persona di Luigi Pettarin, già deputato provinciale di area liberale.[2] La Contea fu trasformata nella nuova omonima provincia tramite il decreto legislativo n°1081 del 4 luglio 1919.[3][4] Furono poi aggregati a questa provincia, dal 14 luglio, anche tutti gli altri territori che si trovavano al di qua della linea di armistizio, già appartenuti alla Carinzia, come la Valcanale (zona fra Tarvisio e Pontebba) e alla Carniola, come i mandamenti di Idria, Longatico, Circhinizza, Postumia, Vipacco, Senosecchia e Villa del Nevoso, nonché la località di Fusine in Valromana ora frazione di Tarvisio. A seguito del trattato di Rapallo del 1920 l'esercito italiano abbandonò Longatico e Circhinizza. L'ex Contea di Gorizia e Gradisca prima della guerra aveva una superficie di km2 2.915 e 260.700 abitanti. La Provincia di Gorizia e Gradisca dopo il 1919 aveva una superficie di 4.470 km2 e 319.300 abitanti. Nelle elezioni politiche del 15 maggio 1921 la maggioranza slovena degli elettori della provincia riuscì a far eleggere i candidati della propria etnia. Furono eletti 4 deputati della Concentrazione Slovena ed uno, Giuseppe Tuntar, del Partito Comunista d'Italia[5]. Nel cercare una soluzione, che limitasse il potere degli Sloveni, nel 1923 si decise di diluire la concentrazione slovena della popolazione, ricorrendo alla Provincia di Udine che allora comprendeva pure quella odierna di Pordenone, perciò si soppresse la provincia di Gorizia e Gradisca, suddividendola in 3 parti: 1 - la parte nord con i mandamenti di Tarvisio, Plezzo, Caporetto, Tolmino, Circhina, Idria, Aidussina, Vipacco, Canale, Gorizia, Cormons, Gradisca, Cervignano (esclusi il comune di Grado e la località di Isola Morosini) e Comeno (esclusa Aurisina e località vicine) fu staccata dalla Venezia Giulia ed inserita nella provincia di Udine. 2 - la parte centrale comprendente le località di Grado e Isola Morosini, il mandamento di Monfalcone, Aurisina e località vicine, i mandamenti di Sesana, Senosecchia e Postumia fu aggregata alla provincia di Trieste e ne costituì la nuova provincia, assieme ai comuni di Muggia e San Dorligo della Valle tolti all'Istria. 3 - la parte sud con il mandamento di Villa del Nevoso fu aggregata alla provincia di Pola. Nel 1927 fu ricostituita la provincia di Gorizia con i territori che erano stati ceduti alla provincia del Friuli, esclusi i mandamenti di Tarvisio e Cervignano nonché il comune di Chiopris-Viscone, che rimasero a Udine. La provincia ricostituita ebbe una superficie di 2.730 km2 e 209.700 abitanti. Dopo la vittoria sulla Jugoslavia e la sua parziale occupazione da parte del Regno d'Italia nella primavera del 1941, la provincia di Gorizia non ebbe ampliamenti come invece quella di Trieste e quella di Fiume. Divenne però confinante ad est con la nuova Provincia di Lubiana, all'interno dell'Italia ingrandita nei suoi confini orientali. Dal 1943 al 1945 essa fece parte del land tedesco del Litorale Adriatico. In tale periodo si susseguirono le repressioni nazifasciste che portarno la provincia di Gorizia ad essere la prima in Italia per numero di morti nei campi di sterminio nazisti, seguita dalle province di Firenze, Genova e Fiume.[6] Dal 1945 al 1947 fu divisa in 2 dalla linea Morgan. La zona A ad ovest, amministrata dagli anglo-americani, comprendeva fra l'altro Plezzo, Caporetto, Canale, Cormons, Gradisca, Gorizia e Comeno. La zona B ad est, amministrata dagli jugoslavi comprendeva fra l'altro Tolmino, Santa Lucia, Idria, Aidussina e Vipacco. Nel 1947 a seguito del trattato di pace di Parigi fu tracciato il nuovo confine. Dei 2.730 km2 che aveva avuto la provincia dal 1927 in poi, rimasero all'Italia solo circa 215 km2, cioè meno di 1/12, con 9 comuni. Per quanto riguarda la provincia di Trieste, fu creato il Territorio libero di Trieste con questa città ed altre località della sua provincia, nonché alcuni paesi già appartenuti alla provincia di Pola, mentre rimase all'Italia il mandamento di Monfalcone (esclusa Duino) e il comune di Grado, circa 245 km2 con 9 comuni, che furono riaggregati alla provincia di Gorizia, com'era stato fino al 1923.[7] La sistemazione interna avvenne con decreto legge n° 1430 del 28 novembre 1947. I territori degli attuali comuni di Duino-Aurisina, Sgonico e Monrupino, già parte della contea e poi provincia di Gorizia e Gradisca fino al 1923, furono inseriti nella zona A del territorio libero di Trieste, ora provincia di Trieste. Tutte le altre località che nel 1923 erano passate dalla provincia di Gorizia e Gradisca a quella di Trieste furono cedute alla Jugoslavia. Nel 1975 con il trattato di Osimo furono attuate alcune lievi rettifiche del confine. In particolare sul Monte Sabotino ritornò all'Italia la cresta di cima fra la vetta e i ruderi della chiesa di San Valentino: l'Italia in cambio costruì una strada internazionale per collegare il Collio sloveno a Nova Gorica sulle pendici di quel monte. Nel corso degli anni i comuni passarono da 18 iniziali a 25.
(Questo articolo è rilasciato sotto i termini della GNU Free Documentation License. Esso utilizza materiale tratto dalla voce di Wikipedia: "Gorizia". )
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